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20 Maggio 2021

LEZIONI DI COLTIVAZIONE DEL COTONE

La coltivazione del cotone ha origini antiche e una lunga storia di studi e perfezionamento delle conoscenze in merito alle zone e ai terreni migliori per la sua crescita. Ancora oggi, in particolare negli Stati Uniti che vantano una secolare produzione del cotone, la sua coltura è molto diffusa e, secondo i dati forniti dalla Cotton Council International nel 2018 ne sono stati prodotti ben 20 milioni di balle su 12,6 acri di terreno negli U.S.A. Tutto dipende dalle condizioni climatiche, dalla tipologia di suolo, dall'umidità e dal consumo di acqua fattori che ben conoceva anche il conte Filippo Re che nel testo"Istruzione sul modo di coltivare il cotone"oupscolo numero 9/9 del nostro Fondo Antico (per leggere il testo intero cliccare qui) descriveva minuziosamente tutte le fasi proponendo l'avvio della sua produzione anche per determinate aree italiane. Il testo inizia con la scelta del cotone migliore per i terreni nazionali:

"Il cotone che da alcuni nostri scrittori chiamasi bambagia turchesa, conosciuto generalmente col nome di cotone di SIma in Francia, è quello di cui si deve promuovere la coltivaione nel Regno. Ve ne sono due sorte. L'una ha la lana bianchissima ed i semi di color verde, e l'altra ha la lana di colore rossiccio. Il bianco cresce meno del rosso. Questo fa le noci più gorsse, e somministra migliore e magiore quantità di bambagia, che ha più nervo della bianca, la quale poi è più morbida".

Siamo nel 1810e la coltivazione del cotone in Italia non era presenete. Come riconoscere allora i terreni migliori? Filippo Re scrive:

"L'aspetto del mezzogiorno perfettamente riparato dal settentrione e dai freddi è il più favorevole perl cotone. La vicinanza al mare è altresì propizia al suo accrescimento. Prospera ne' luoghi ariosi, ma non riesce nei troppo elevati, od umidi o freddi. Prospera in que' terreni che producono buona canapa e molta erba medica [...] Sia inoltre il terreno assai profondo, perchè il cotone spinge molto in giù la sua radice."

Riconosciutoil terreno serviva, dunque, conoscere quali zone d'Italia erano le più propizie e il testo ne trovaalcune fornendo inoltre il periodo migliore pera seconda dei climi delle diverse regioni. Lo stesso fa anche descrivendo il modopiù adattodi seminare:

"L'epoca della seminagione non può precisamente determinarsi. Pei dipartimenti del Metauro, del Musone e del Tronto, e pi' luoghi posti alla marina, dove la primavera anticipa più che che nei dipartimenti al nord e centro del Regno, si può stabilire il tempo medio fra il primo e il 20 di aprile. Per gli altri luoghi si suole assegnare il tempo medio fra il 10 di aprile e il 10 di maggio. [...] Si può seminare come si fa il frumento spargendolo colle mani e coprendolo colla zappa, o a pizzico, cioè prendendo cinque o sei sementi fra le dita, e mettendole in un buco profondo circa due dita buone, o sia a circa sei centimetri da terra. Ma fra questi due metodi preferisco quello di porlo a file".

Il cotone, una volta maturato, forma la bambagia che va staccatadelicatamente dalla pianta e messapoi a seccare al sole pertogliere l'umido che conserva. All'epoca i macchinari per la sperazione dei semi e la raccolta del prodotto iniziavano a vedere le prime forme di meccanizzazione industriale e Filippo Re, oltre a consigliare l'utilizzo delle mani per le piccole coltivazioni, segnala l'utilizzo di:

"A tal uopo adoprasi una macchinetta fomrata in modo che due cilindri di legno posti l'uno sull'altro, aventi ad estremità dei solchi spirali, e messi in moto da un'estremità dei solchi spirali, e messi in moto da un manubrio, permettano che fra loro passi il cotone. Di essa fanno uso in terra di Bari, e la dicono manganello. [...] Essendo la macchina di cui ho parlato sopra, alquanto imperfetta, si è immaginato di sostituirvene una più facile da adoperarsi. Essa viene chiamata mulino a cilindri. Ho voluto presentarne qui il disegno tratto dal "Nouveau cours complet d'agriculture", Paris, 1809".

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