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15 Marzo 2021

OSSERVAZIONI PRATICHE SULLE SPARGIAJE

Nel giugno de 1844 il farmacista Antonio Finco tenne una dettagliata relazione sul modo di coltivare e produrre gli asparagi. Come lui stesso scrive il suo studio era per "l'affitajuolo, o Contadino privo di cognizioni su questo argomento, acciò col mezzo delle esposte spiegazioni possa apparecchiare i semi, i piantoni degli asparagi, e le terre per contenerli senza bisogno di ricorrere agli altrui insegnamenti, o spendere inutilmente il tempo, il danaro, e le fatiche". Le sue "Osservazioni pratiche sulle spargiaje un nuovo coltello per tagliare gli asparagi senza offendere le radici della pianta", opuscolo numero 5 (per leggere il testo intero cliccare qui)presentate agli studiosi dell'Università di Treviso nel Giungo del 1844, incominiciano parlando dell'importanza che questa coltivazione aveva per l'allora Regno Veneto, risultandocosìimportanti per comprendere la storicità di questa eccellenza agroalimentare italiana, ancora oggi cardine della coltivazione del Nord-Est nazionale:

“La coltivazione degli asparagi in generale nel Regno Veneto e, specialmente nella nostra Veronese provincia é [...] pone a calcolo che degli asparagi è uno dei primi prodotti che viene in soccorso dell'industria agricola, che grande è il lucro che se ne ritrae quasi per due mesi continui in relazione della poca quantitià di terreno, dell'importare del letame, e della mano d'opera di cui essa abbisogna, e che non è minimamente esposta dagli infortunii atmosferici"”.

Completata la descrizione il testo prosegue nellaprecisa e dettagliata spiegazione di tutte le fasi della semina, della coltivazione e della raccolta dell'asparago la quale, come descrive l'autore, non era dissimle per la semina "a file come quella dei piselli, cioè aprendo un solco di tre centimetri in profondità, avvertemdo però di mantenere tra solco e solco la distanza di venticinque centimetri circa per poter fare ogmi volta che occorre gli opportuni lavori tanto colla zappetta, che col badile". Una coltivazione dunque semplice per un contadino o anche un neofita che aveva intenzione di produrre da se' gli apsragi stando attento però, come prosegue nel testo, a tenere la terra sempre fresca e ben bagnata per evitare siccità che la pianta non avrebbe sopportato. Ma quando si devono raccogliere gli asparagi e soprattutto in che modo? La spiegazione avviene nelle pagine successive:

“La raccolta degli asparagi si principia appena che gli steli spuntano e si continua nel nostro clima al più tardi fino ai primi di giugno. [...] Questa operazione si fa alla mattina tre ore avanti il mezzo giorno, ed alla sera un'ora prima del tramontar del sole, onde raccogliere gli asparagi possibilmente colle loro estremità bianche, essendo quello il vero punto per mangiarli; ritardandosi si allungano troppo, divengano colla cima rossa - violacea che passa prestamente al verde, perdendo nello stesso tempo in gran parte il suo delicato sapore. Il punto del taglio lo si eseguisce per quanto è fattibile in prossimità al collare delle radici".

Ed eccoci giungere alla parte finale del testo che descrive la tipologia migliore di coltello da usare per il tempo. Numerosi, infatti, erano i coltelli per il taglio dell'asparago usati, ma fino a quel momento nessuno aveva dato i risultatai sperati. Nello studio si trattanoquelli descritti nei testi "Ortolano in villa" e "Giardiniere in città" di Casimiro Affaitati a formadi bisturi, quello più comunemente usato e fatto a scalpello o ancora il coltello a uncino descritto da Blin di Saint Aubin nel "Dizionario ragionato ed universale d'agricoltura", ma tutti questi danneggiavano troppo la pianta, l sue radici o non erano precisi nel taglio. Per tali motivi il migliore era quello presentnato da Antonio Finco che aveva anche ricevuto il premio del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti il 30 maggio 1844:

"Con questo non s'incontra la menoma resistenza allorchè lo si profonda nelle colmate per arido o compatto che sia il terreno. Recide affatto gli steli anche i più gross con liscio taglio, perciò la parte che rimane attaccata al tronco non ne risente danno. Può essewre maneggiato con tutta facilità anche dalla più inesperta persona. Produce maggior speditezza di lavoro.Non lascia gran foro nel sito ove viene introdotto. Non può in alcun modo lcerare ed offendere le radici della pianta, mentre le sue estremità sono ottundate e curve in modo che vi passa sopra".

Infine sono dettidescirtti alcuniparticolari usi delle bacche e degli steli di asparago che si possono utilizzare anche in cucina o come aiuto nella produzione dei bachi da seta.

"Le bacche degli asparagi, che non sono buone per il seme secondo il sig. Tessier vengono impiegate per colorare il burro quando è bianco. A tal proposito s'involge una manciata delle suddette bacche in un pezzo di tela, e vengono infuse nell'acqua. Se ne spreme quindi il succo contenuto nelle medesime, il quale si versa nell'orciuolo al momento della condensazione del burro. [...] Gli steli giunti alla loro mafggior altezza allorchè disseccati, uniti a piccoli rami, servono a comporre ottimi fascinetti ad uso dei bachi da seta".

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